Triturus marmoratus

Triturus marmoratus
(MICHAHELLES, 1830)
Tritone Marmorato
Famiglia : Slamandridi
Descrizione : Lunghezza: 12-15 cm, le femmine arrivano a misurare fino a 16 cm. Si tratta di uno dei più grandi rappresentanti della famiglia dei tritoni europei, secondo solo al tritone crestato, con il quale rivaleggia anche in eleganza: il maschio ha una forma piuttosto slanciata e il muso più sottile rispetto alla femmina, che appare più tozza e grande, con una testa più larga e massiccia; in ambo i sessi, la pelle si presenta lievemente ruvida al tatto. La regione dorsale è molto chiara, di colore verde brillante, solcata dalle caratteristiche marmorizzature nere che hanno conferito il nome alla spescie.. I fianchi, le zampe e la gola sono generalmente punteggiati di bianco, soprattutto nel periodo riproduttivo. Il colore del ventre è piuttosto variabile, in genere grigiastro o nero, con fine punteggiatura chiara. Nel periodo degli amori, è ben visibile sulla schiena del maschio una cresta dal bordo lievemente ondulato, alta fino a 0.6cm che, intaccata dalla base della coda, si sviluppa sino all’;altezza degli occhi; inoltre i lati della coda dei maschi in questo periodo si tingono di una fascia madreperlacea, caratteristica riscontrabile anche in T.cristatus. Nella femmina non si sviluppa alcuna cresta, ma compare una striscia dorsale di colore giallo o arancione, che talvolta permane anche al di fuori del periodo riproduttivo, e che interessa gli individui giovani di ambo i sessi. Sempre nel periodo riproduttivo, gli adulti presentano una forte carena caudale, e anche la cloaca appare ingrossata. Esiste anche una sottospecie, chiamata T.m. pigmaeus, in cui gli adulti arrivano a misurare non più di 10cm. Sono stati riscontrati, seppur raramente, casi di neotenia.

Distribuzione Geografica ed Habitat : Il genere triturus cristatus è diffuso esclusivamente nella Francia Occidentale e nella Penisola Iberica.La specie che predilige le acque ferme o debolmente correnti, per cui ha colonizzato tutti gli stagni, le polle e i fossati dove c’;è molta vegetazione acquatica e dove il tasso di inquinamento è ancora accettabile. Al di fuori della stagione degli accoppiamenti, conduce una vita sulla terraferma, ma è molto meno legato all’acqua del congenere crestato, per cui frequenta, oltre alle zone umide, come i boschi rivieraschi, canneti e torbiere, anche le foreste e i prati. E’; un esempio di specie che ha tratto giovamento dallo scavo di cave e abbeveratoi da parte dell’;uomo, dove l’;acqua è sempre presente.

Alimentazione, Comportamento, Riproduzione : Il tritone marmorato, come molti anfibi, trascorre in acqua solo il periodo dell’;accoppiamento, sebbene alcune popolazioni trascorrano tutta la stagione di attività negli stagni di riproduzione. Nella sua vita terricola, essendo molto lento nei suoi spostamenti, il tritone si ciba essenzialmente di vermi, insetti e lumache, ma, nell’;ambiente acquatico, acquista rapidità e cattura anche girini, piccoli pesci e anche altri tritoni. All’;inizio di Marzo, quando ha fine il letargo invernale, che trascorrono immersi nel fango o sotto terra, i primi esemplari della specie si riversano nei fossati o negli stagni, i luoghi della riproduzione e i maschi una volta nutritisi a sufficienza, iniziano la ricerca di una compagna. Una volta raggiunto lo scopo si assiste ad una bizzarra danza da parte del maschio, in tutto e per tutto identica a quella di altre specie come T.vulgaris, T.cristatus spp. e Triturus alpestris, tanto per citare delle specie nostrane. Tale rituale vede il maschio che, piegata la coda a forma di “U”, ne fa vibrare l’;estremità davanti al muso della compagna, la quale dopo un iniziale periodo di apparente indifferenza, inizia a seguire minuziosamente la scia odorosa lasciata dal partner; a tal proposito sembra che la striscia madreperlacea presente sulla coda del maschio abbia funzione attrattiva nei confronti della femmina. L’;accoppiamento culmina con la deposizione di una spermatofora da parte del maschio, che viene assorbita dalle labbra cloacali della compagna, la quale in seguito depone una ad una 200-400 uova, avvolgendole con cura nelle foglie delle piante sommerse. Per quanto riguarda il periodo di vita terricola, che inizia a Maggio e si protrae sino ai primi di Novembre, il tritone marmorato è un’;animale notturno, che ama starsene tutto il giorno sotto un sasso o un tronco marcescente per uscire nelle ore di buio. Per questo è di difficilissima osservazione fuori dall’;acqua e l’;uso indiscriminato di prodotti chimici per l’; agricoltura, unito alla distruzione degli habitat lo stanno facendo divenire sempre più raro.

Reperibilità : Il tritone marmorato è conosciuto presso gli aquariofili e i terrariofili americani e nordeuropei, che ne hanno fatto una specie molto diffusa nel mondo erpetofilo. Purtroppo in Italia non si è ancora assistito alla nascita di un vero e proprio interesse per gli urodeli, per cui non è affatto facile trovare in commercio questi splendidi animaletti. Personalmente ho dovuto provvedere ad andarli a comprare in Germania, dove le cose sono un po’ diverse. Il prezzo è abbastanza alto se rapportato a quello dei pleurodeles e dei cynops che siamo abituati a vedere nei negozi, in quanto varia dalle 20 ai 45 euro per esemplare.

Stabulazione : Personalmente ritengo che la sistemazione migliore per questi animali consista in un acquaterrario, ossia una vasca con un divisorio che permetta di unire un ambiente terricolo ad un ambiente acquatico. Per una coppia può bastare una piccola vasca di 50X30X40h. Non sono animali che necessitano di molto spazio, anzi, di solito si scavano una nicchia dove passano la stragrande maggioranza del tempo. Una volta sistemato il divisorio dobbiamo ricordarci che, per permettere la riproduzione, sono necessari almeno 15 cm di acqua. Nella parte emersa della teca sistemeremo della torba, o dell’ humus di bosco, che arricchiremo con qualche felce, muschio, e magari pezzi di corteccia o pietre, in modo da provvedere ad un rifugio per i nostri ospiti. Nella parte acquatica, che, ricordo ancora, dovrà essere profonda almeno 15 cm, sistemeremo del ghiaino da acquario, e una piccola pompa per garantire un minimo di ricircolo.

Alimentazione in cattività : L’alimentazione in cattività è molto semplice per quanto riguarda gli adulti: sono animali voracissimi, e accetteranno volentieri lombrichi, camole, tarme della farina, e anche pezzetti di carne. Nel periodo di vita acquatica, possiamo anche nutrire i tritoni con tubifex e larve di chironomidi. Essendo animali molto schivi quando conducono vita terricola, è necessario sistemare le prede in una vaschetta appositamente interrata, dove i tritoni, durante la notte, si andranno a nutrire.
Diverso è il discorso quando si ha a che fare con le larve: è molto difficile infatti riuscire a nutrirle correttamente, poiché le ridotte dimensioni ci obbligano ad optare per prede molto piccole: la soluzione a tutto ciò consiste nell’allevare le larve in un acquario con filtro, magari immettendo nella vasca un buon numero di dafnie vive (organismi reperibili in qualsiasi polla sorgiva o fossato, a patto che l’acqua sia sufficientemente pulita); le dafnie qui si riprodurranno fornendo il naturale sostentamento ai girini, che in poche settimane saranno già in grado di accettare prede più consistenti, come le larve di chironomidi, reperibili in qualsiasi negozio di acquari. Da evitare come la peste, qualsiasi mangime in scaglie: questi mangimi infatti finiscono per depositarsi sul fondo, dove marciscono mettendo a repentaglio la vita delle larve, e costringendoci a frequentissimi ricambi d’acqua.

Riproduzione in cattività : Per favorire la riproduzione in cattività, è consigliabile far svolgere agli adulti una sorta di “letargo artificiale”. In natura, infatti, è proprio l’innalzamento di temperatura primaverile a fungere da stimolo per la riproduzione. Ottimi risultati si ottengono ponendo per 2-3 mesi i tritoni in un contenitore umido, dove avremo disposto un substrato di humus soffice e del muschio, e lasciando il contenitore in un luogo dove la temperatura si mantiene attorno ai 4-6°C. I tritoni si interrano nel substrato e passano in semi-latenza tutta la “brutta stagione”. Per evitare sbalzi termici, l’abbassamento di temperatura deve essere progressivo sia nella fase di inizio del letargo, sia nella fase finale: suggerisco di iniziare con il letargo a dicembre inoltrato, per poi portare progressivamente i tritoni ad una temperatura di 16-20° a fine febbraio. All’inizio di marzo rimetteremo gli animali nel solito terrario, dove avremmo allestito la parte acquatica con piante d’acquario come l’Egeria, l’Elodea o il Potamogeton. Se abbiamo agito correttamente, assisteremo allora alla comparsa, in entrambi i sessi, dei caratteri di riproduzione sopra descritti (cresta e carene caudali, cloaca ingrossata, etc). Gli animali in genere rimangono in acqua per 2 mesi, ma in certi casi non lasceranno mai totalmente l’elemento liquido, per cui capiterà di poterli vedere immersi anche all’infuori del momento della riproduzione. La presenza delle piante è essenziale, poiché questa specie, come già detto, depone le uova ad una ad una, avvolgendole nelle foglie delle piante. Ecco allora, come piante ricche di appendici fogliari, come l’Egeria, fanno al caso nostro, potendo “ospitare” centinaia di uova. La schiusa avviene nel giro di 1 mese o poco più, e se alimentate bene, le larve si metamorfosano in 3-4 mesi.

Convivenza : Il tritone marmorato si presta facilmente alla convivenza con altri tritoni, quali ad esempio, il tritone crestato (con il quale si ibrida facilmente) e il tritone alpino. Sottolineo il fatto che in Italia la detenzione delle ultime due specie citate è permessa solo in presenza del certificato di nascita in cattività (BUDEP), in quanto T.cristatus e T.alpestris sono specie tutelate dalla convenzione di Berna. Esemplari adulti di queste altre due specie sono acquistabili facilmente nel nordeuropa. Sconsigliata la convivenza con T.vulgaris: le dimensioni ridotte del tritone comune finirebbero per implicarne la predazione da parte dei marmorati. E’ possibile far convivere questa specie con altre esotiche come Paramesotriton spp. e Cynops spp. che quanto a dimensioni, non costituiscono alcun pericolo; si potrebbero però avere dei problemi con le uova, poiché le specie esotiche, molto voraci, non esitano a nutrirsi delle uova dei simili, cosa che in genere non accade tra specie europee, in quanto per queste ultime, il ciclo riproduttivo ricalca alla perfezione quello del tritone marmorato.

Sottospecie :
. m. marmoratus
T. m. pygmaeus

Scheda a cura di : 
Francesco Balbini

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