SERPENTI ITALIANI
|
www.serpentipedia.it
|
Coluber hippocrepis (LINNEO 1758)
Nome Comune : Colubro Ferro di Cavallo Sub Ordine : Serpenti – Famiglia : Clubridi |
|
Sottospecie : | |
Sinonimi : Natrix hippocrepis LAURENTI 1768 Coluber diadema BONELLI 1834 Zamenis hippocrepis BOETTGER 1874 Haemorrhois hippocrepis Coluber hippocrepis – ENGELMANN et al 1993 |
|
CARATTERISTICHE
|
|
E’ questo, un grande colubro che può misurare, in casi eccezionali, anche 2 metri di lunghezza, anche se sono da ritenersi rari esemplari oltre i 150cm. Si tratta di un’animale molto slanciato, con testa chiaramente distinta dal tronco, e dotata di occhi relativamente grandi. Prerogativa di questo serpente, nei confronti degli altri colubri italiani, è la presenza di una fila di scaglie sott’oculari (aspetto riscontrabile, invece, in tutti i viperini dell’areale italiano). La colorazione di questa specie è senz’altro il criterio più sicuro su cui attuarne il riconoscimento: su di una colorazione di fondo verde-giallastra, o anche bruno-rossastra, spiccano, sul dorso, delle chiazze tondeggianti di colore scuro, bordate di nero (spesso sono chiazze completamente nere), non riscontrabili in altre specie. Inoltre, anche sui fianchi sono presenti, in scala minore, delle punteggiature scure, mentre ancora, il ventre può essere vivacemente colorato di giallo o rosso. Spesso, nella regione antistante il muso, sono presento due linee oblique convergenti ad esso, che formano un disegno a “V” rovesciata riscontrabile in altre specie. La specie è caratterizzata da squame lisce, perciò con carenatura quasi assente, particolarmente grandi nella regione ventrale (sono le più sviluppate tra i colubridi), dove esse sono presenti in numero da 220 a 260. Le squame a metà tronco sono disposte in 25-30 file. La livrea dei giovani è pressoché identica a quella degli adulti, ma il contrasto tra le macchie e la tinta di fondo è generalmente più marcato. Non appare alcun dimorfismo tra i sessi.
|
|
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ED HABITAT
|
|
La specie, per quanto riguarda l’areale italico, è localizzata in Sardegna e nell’isola di Pantelleria. Frequenta grossomodo i medesimi ambienti del biacco, prediligendo comunque i pendii aridi e rocciosi, ricchi di anfratti e cespugli. Ama insediarsi anche presso le abitazioni rurali, quali cascine e fattorie.
|
|
ALIMENTAZIONE, COMPORTAMENTO, RIPRODUZIONE
|
|
Questa specie preda grossomodo le stesse prede degli altri colubridi, quindi mammiferi, in primo luogo roditori, ma anche uccelli e sauri; la dieta dei giovani, anzi, sembra incentrata sulla predazione di lucertole. Una volta addentata la vittima, non essendo in possesso di zanne o di veleno, il colubro si avvolge attorno ad essa, e, mantenendola ben salda, la stritola con le robuste spire. Una volta uccisa la vittima, il serpente la ingoia a partire dalla testa, sfruttando le mascelle estensibili di cui è dotato. Attivo quasi esclusivamente di giorno, C hippocrepis si rivela un serpente prettamente terricolo, sebbene le sue qualità di arrampicatore non abbiano nulla da invidiare a quelle di specie più arboricole come E. longissima o C. virdiflavus. Al termine della latenza invernale, all’inizio di Marzo, ha luogo la copula tra maschi e femmine. La deposizione delle uova avviene subito dopo, e queste, in genere da 6 a 10, presentano una forma ellissoidale allungata, ed una colorazione bianca. La schiusa avviene in Giugno.
La specie non è da ritenersi assolutamente pericolosa per l’uomo, poiché d’indole timida e poco mordace, e ad ogni modo non velenosa. In caso di morso, raramente si subiscono lacerazioni, e queste non sono più dannose di una qualsiasi leggera abrasione. Come per il resto dell’erpetofauna autoctona, gode di protezione presso il proprio areale di distribuzione. |
|
Scheda a cura di Francesco Balbini |
Visualizzazioni: 65