Python molurus Biologia

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BIOLOGIA

La IUCN (Intrenational Union for Conservation of Nature and Natural Resources) ritiene le osservazioni sul Pitone di Burma in natura carenti: i dati attualmente disponibili sono considerati approssimativi ed “aneddotici” (IUCN, 1988). La IUCN sollecita ricerche sia sulla biologia della specie, che mirate a quantificare la consistenza delle popolazioni.
Boulenger (1893), Smith (1943) e Townson (1980) descrivono il Pitone di Burma come abitatore della giungla; Whitaker (1978), Luxmore, Groombridge e Broad (IUCN, 1988), riportano come sue dimore anche: foreste sempreverdi e territori a foresta decidua sino ai 2000m., formazioni rocciose, rive ed estuari acquitrinosi od a mangrovie.
Questo pitone e’ molto attivo sia di giorno che di notte (la sua presenza e’ direttamente in relazione al disturbo procurato all’ambiente dalla possibile vicinanza di comunita’ umane) (Daniel, 1983). E’ un buon arrampicatore, e di abitudini semi-acquatiche: passa svariate ore in acqua, ove e’ in grado di nuotare con agilita’ (Boulenger, 1893; Smith, 1943; Grzimek et al., 1971; Whitaker, 1978). Nell’India settentrionale e probabilmente nelle zone collinari del sud, i Pitoni affrontano la stagione fredda svernando in siti appropriati quali alberi cavi, cumuli di erba, cavita’ in banchi d’argilla e fenditure delle rocce (Daniel, 1983). La loro temperatura corporea in queste situazioni cala di alcuni gradi C (Daniel, 1983).
Lento e schivo, il Pitone moluro preferisce quasi sempre la fuga in presenza di un possibile pericolo (Smith, 1943; Townson, 1980). Come tutti i grandi Pitoni (puo’ arrivare ad una lunghezza di circa 6m.), caccia sia ricercando attivamente la preda che attendendo in luogo favorevole il passaggio di una potenziale vittima da uccidere soffocandola fra le spire (Whitaker, 1978; Daniel, 1983). Prima dell’ingestione, il pasto viene esplorato con la lingua e quindi deglutito iniziando l’operazione invariabilmente dal capo (Daniel, 1983). Le sue prede abituali sono mammiferi, uccelli e rettili dalle dimensioni ovviamente proporzionate all’eta’ ed alla mole del serpente (Boulenger, 1893; Deraniyagala, 1955). Sembra che nella dieta del Pitone moluro siano preponderanti i roditori, rendendolo di fatto determinante nel controllo delle popolazioni di questi nelle aree coltivate (Whitaker, 1978; IUCN, 1988). Daniel (1983) riferisce che nelle paludi della regione Kerala, durante le piogge i Pitoni moluri giungono numerosi per predare i ratti che infestano le piantagioni di noci di cocco ed i pesci presenti in abbondanza nelle lagune.
Nella sua alimentazione in eta’ adulta vengono annoverati anche vertebrati di media taglia, come cervi o leopardi (IUCN, 1988). Nello Zoo di Francoforte (Germania Federale), un esemplare di questa specie degluti’ un maiale di 54,5 Kg (Grzimek et al., 1971); individui dalle cospicue dimensioni sono certamente in grado di fare altrettanto in natura.
La riproduzione nelle sue fasi fondamentali, e’ stata ampiamente documentata principalmente con osservazioni condotte su individui in cattivita’ (Yadav, 1967; Wagner, 1976; Ross, 1978; Paulraj e Thiruthalinathan, 1989; De Vosjoli, 1991), mentre in natura tale evento viene descritto pressoche’ nei medesimi termini da Smith (1943), Deraniyagala (1955) e Daniel (1983).

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