PODARCIS SICULA

PODARCIS SICULA Articolo di Mauro Grano

Podarcis sicula (Rafinesque,1810)

Podarcis siculus (Rafinesque – Schmaltz,1810)

Podarcis sicula, insieme a Lacerta viridis e Coluber viridiflavus, è tra i rettili più diffusi in natura in Italia. Infatti queste lucertole, insieme agli uccelli, rappresentano il più comune contatto con il regno animale durante una passeggiata in campagna, ma anche nei parchi e nelle ville delle grandi città. Ma la cosa che più ci fa sentire in colpa nei confronti di queste bellissime e coloratissime lucertole, oggi che chi scrive e chi legge questo articolo è un appassionato erpetofilo, è quando da bambini siamo rimasti letteralmente increduli, con un pezzetto di coda che si muoveva nervosamente tra le nostre mani ; il fenomeno della autotomia, ossia il distacco volontario in caso di pericolo di una parte del proprio corpo, oggi ci è ben noto, ma da bambini ci ha fatto sentire dei veri mostri crudeli.

Podarci sicula pelagosana

La lucertola campestre, questo è il nome comune di Podarcis sicula, dicevamo è tra i rettili più diffusi in Italia, ma soprattutto è il Lacertide mediterraneo con maggior capacità di propagazione e di adattamento ad ambienti anche estremamente diversi tra loro. L’identificazione non è sicuramente tra le più facili proprio per questa caratteristica di vivere in zone molto varie e quindi di alimentarsi in maniera molto diversa. La sua diffusione poi nelle grandi, ma soprattutto nelle piccole e piccolissime isole disseminate lungo le coste italiane, la rende ancora più variabile nel disegno e nella colorazione ; esempio eclatante quello della famosa lucertola azzurra dei faraglioni di Capri (Podarcis siculus coerluea).

E’ una lucertola di taglia media con corporatura robusta e testa grande e appuntita. Banda occipitale formata da macchie nere a volte in contatto tra loro; nei soggetti di sesso maschile più evidenti e scure. Le striature dorsolaterali sono a volte continue, ma non a contatto della zona temporale; a volte soprattutto nei maschi sono ridotte o assenti del tutto. La parte inferiore del corpo è chiara con sfumature verdastre; in alcune sottospecie questa zona del corpo è estremamente diversa con colorazioni che partono dal bianco sino al rossastro. La colorazione dorsale è generalmente verde, ma anche in questo caso i caratteri cromatici sono estremamente variabili nell’ambito delle varie popolazioni anche della stessa sottospecie. La fila delle squame ventrali esterne presenta delle macchie azzurre o nere. Le squame sono tondeggianti, piccole e poco carenate. Lunghezza nei maschi intorno a 23 – 24 cm.; lunghezza dalla testa alla cloaca fino a 9 cm. Le femmine di regola sono di minori dimensioni.

La lucertola campestre è presente nell’ Italia continentale e insulare, in Corsica, nel Canton Ticino e nella costa Dalmata, Slovenia e Montenegro.

Popolazioni acclimatate in seguito a introduzione da parte dell’uomo sono presenti in Spagna, ad Almeria e a Santander; nelle Baleari, a Minorca; in Francia, a Tolone e nell’isola di Chàteau d’If, di fronte a Marsiglia; in Turchia, nei dintorni di Istanbul e in alcune isole del Mar di Marmara; in Nord-Africa, nei dintorni di Tunisi e di Tripoli; negli Stati Uniti, a Philadelphia.

Podarcis siculus è una lucertola amante del sole (eliofila) e pratofila, di regola non frequenta zone ombreggianti e umide. Nelle zone pianeggianti e collinari si rinviene nei prati e nei pascoli ricchi di vegetazione, nelle aree a macchia mediterranea e lungo i margini di sentieri e dirupi.
Nelle zone montane si rinviene quasi esclusivamente ai margini dei boschi, in prossimità di muretti a secco e nei pascoli assolati. Frequenta inoltre aree verdi anche notevolmente antropizzate ed è comune nelle ville e nei parchi delle città.

E’ generalmente presente dal livello del mare sino a 1000 m. e , addirittura, sin oltre i 2000 m. sull’Etna in Sicilia e nel massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo.

In alcune zone dell’Italia nord-orientale questa specie condivide gli habitat con Podarcis melisellensis, che si distingue maggiormente per le minori dimensioni. Nell’Italia continentale e nell’Isola d’Elba è facile confonderla con Podarcis muralis, che però di regola presenta punteggiature e macchie sulla gola, assenti in Podarcis sicula.Ulteriori possibili difficoltà di identificazione si possono avere in Sardegna con Podarcis tiliguerta ed in Sicilia con Podarcis waglerianus. Il tutto si complica ancora di più per la presenza di ibridi che possono mostrare caratteristiche intermedie fra le specie

Il ciclo di attività annuale ha inizio nel mese di marzo e termina intorno a novembre, mentre nelle zone montane la latenza invernale inizia a ottobre e termina a aprile. Nelle zone costiere e nelle isole e isolotti mediterranei, non si ha una vera e propria latenza invernale e non è infrequente incontrare la lucertola nelle giornate soleggiate anche in pieno inverno.

L’accoppiamento avviene appena comincia la nuova attività annuale e le femmine che vivono nelle zone costiere possono riprodursi due o eccezionalmente tre volte in un anno, ma di regola ogni femmina depone le sue uova una volta l’anno.
Le uova , in numero variabile da due a otto, sono deposte nei masi di maggio e giugno.

La schiusa avviene dopo circa due mesi e i piccoli nascono nel periodo che va da luglio, nelle zone pianeggianti e costiere, fino ad agosto, nelle zone montane.
I maschi di questa specie, più grandi e robusti delle femmine, divengono molto aggressivi nel periodo della riproduzione e manifestano i loro comportamenti territoriali combattendo violentemente.


L’alimentazione formata da Gasteropodi, Insetti (Coleotteri, Ditteri, Ortotteri, Imenotteri Formicidi, Afidi, Lepidotteri), Araneidi, Crostacei Isopodi è estremamente diversificata nelle percentuali, secondo la disponibilità degli ambienti di vita.
A sua volta questa lucertola è predata da varie specie di uccelli, serpenti e piccoli mammiferi.

Pur non essendo per il momento in grave pericolo di estinzione, è protetta da varie leggi:
Allegato II della Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali.
Allegato D del D.P.R. n° 357 del 08/09/1997 ( Anfibi e Rettili italiani di interesse Comunitario che richiedono una protezione rigorosa)

A livello regionale :

Liguria, Legge Regionale n° 4 del 22/01/1992 sulla “Tutela della fauna minore”

Abruzzo, Legge Regionale n° 50 del 07/09/1993, “Primi interventi per la difesa della biodiversità nella Regione Abruzzo: tutela della fauna cosiddetta minore”

Lazio, Legge Regionale n° 364 del 04/06/1987, “Tutela di alcune specie della fauna minore”

Lazio, Legge Regionale n°18/1988.

Distribuzione geografica in Italia di Podarcis sicula

BIBLIOGRAFIA
-Bologna M.A., Capula M., Carpaneto G.M., 2000 – Anfibi e Rettili del Lazio. F.lli Palombi Editori, Roma

-Corti C., Lo Cascio P., 1999 – I Lacertidi italiani. L’Epos Ed. , Palermo

-Gruppo Nisoria , Mus. Nat. Vicenza, 2000 – Atlante degli Anfibi & Rettili della provincia di Vicenza. Padovan Ed., Vicenza

– Rotolo R., 1980 – Rettili di Puglia. Schena Ed. , Bari

– Societas Herpetologica Italica, 1996 – Atlante provvisorio degli Anfibi e dei Rettili Italiani. Mus. Civ. Andrea Doria, Genova

Articolo di Mauro Grano

LA LUCERTOLA DEI FARAGLIONI

Il ruolo di star della fauna dell’isola di Capri è occupato dalla Lucertola dei Faraglioni ovvero la Podarcis sicula coerulea, già Lacerta coerulea faraglionensis.. Questa lucertola che comunemente si incontra sull’isola, soprattutto sui Faraglioni di Fuori o Scopolo, ha le squame della zona dorsale di colore blu oltremare, anziché verde, e quelle della zona ventrale di colore azzurro con riflessi metallici, invece che verde chiaro.Sull’origine di questo particolare colore si è molto discusso: Alcuni ritengono che la colorazione avvenga per cianosi, altri giustificano la particolarità ad una sorta di adattamento naturale: Infatti, in ambenti con scarsa vegetazione e conseguente carenza di cibo, le lucertole scure riescono a ricevere maggiore calore dal sole e quindi ad essere più attive ed a cacciare meglio.
Uno dei primi a rendersi conto di questa meraviglia della natura fu il medico naturalista Ignazio Cerio, che rese nota la scoperta nel 1870.

TABELLA SOTTOSPECIE

aemiliani Capolongo, 1984 Scogli Maggiore e Minore di Apani (Brindisi, Puglia)
amparoae Capolongo, 1979 Isola Dino (Calabria meridionale)
calabresiae Taddei, 1949 Isola Montecristo (Arcipelago toscano)
campestris De Betta, 1857
caporiaccoi Taddei, 1949 Isola Capraia e isolotto Peraiola (Arc. toscano)
cerbolensis Taddei, 1949 Isolotto Cerboli (Arcipelago toscano)
ciclopica Taddei, 1949 Isola Lachea e scoglio Madonnina (Sicilia)
coerulea Eimer, 1872 Faraglioni di Mezzo e Fuori- Capri (Campania)
gallensis Eimer, 1881 Isole Gallo Maggiore e Castelluccia (Campania)
hadzii Brelih, 1961 Isola Porer (Istria occidentale)
klemmeri Lanza e Capolongo, 1972 Isola Licosa (Golfo di Salerno,Campania)
lanzai Mertens, 1967 Isola Gavi (Arcipelago Pontino)
latastei Bedriaga, 1879 Isole Ponza e Faraglione della Madonna (Arc. Pontino)
liscabiancae Mertens, 1952 Isolotto Lisca Bianca (Arcipelago Eoliano)
massinei Mertens, 1961 Isola Rotonda (Golfo di Salerno, Campania)
medemi Mertens, 1942 Isola Bella (Sicilia orientale)
monaconensis Eimer, 1881 Faraglione Monacone (Isola di Capri, Campania)
palmarolae Mertens, 1967 Isola Palmarola (Arcipelago Pontino)
pasquinii Lanza, 1967 Scoglio Cappello (Arcipelago Pontino)
patrizii Lanza, 1952 Isola Zannone (Arcipelago Pontino)
paulae Lanza et al., 1971 Isola Santo Ianni (Basilicata occidentale)
roberti Taddei, 1949 Formica grande di Grosseto (Arcipelago toscano)
salfii Lanza, 1954 Isolotto Vivaro di Nerano (Pen. Salentina, Campania)
sanctinicolai Taddei, 1949 Arcipelago delle Tremiti
sanctistephani Mertens, 1926 Isola di Santo Stefano (Arcipelago Pontino)
sicula Rafinesque-Schmaltz, 1810 SOTTOSPECIE NOMINALE
trischittai Mertens, 1952 Isolotto Bottaro (Arcipelago Eoliano)
tyrrhenica Mertens,1932 Isole del Giglio e Giannutri (Arcipelago toscano)
ventotenensis Taddei,1919 Isola di Ventotene
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