INTRODUZIONE
La conoscenza, da parte del proprietario di un rettile, della dieta corretta per il proprio animale evita una serie di disordini nutrizionali che possono portare a gravi patologie.
L’alimentazione dei rettili varia notevolmente tra specie diverse, e la conoscenza del tipo di alimento, della frequenza dei pasti, della quantità e/o delle dimensioni del cibo sono di fondamentale importanza per un buon mantenimento dell’animale in condizioni di cattività.
Esistono numerose patologie legate ad errori alimentari nei rettili, e per tale motivo con questo articolo si vuole dare, in modo schematico e riassuntivo (il capitolo dell’alimentazione nei rettili è vastissimo), solamente un’idea delle più comuni patologie nutrizionali, analizzando le cause primarie, i sintomi correlati a tali malattie, ed in alcuni casi i trattamenti da adottare.
1. METABOLIC BONE DISEASE (malattia del metabolismo osseo – MOM):
Frequente in giovani animali in fase di accrescimento (soprattutto sauri e cheloni), la cui dieta risulta carente in calcio o in vitamina D3.
Cause: dieta carente di calcio, di vit. D3, basso rapporto tra calcio e fosforo, eccesso di fosforo, insufficiente o mancata esposizione ai raggi UVB per la sintesi di vit.D3, scarso assorbimento di Ca a livello intestinale per presenza di ossalati nella dieta (es. spinaci), alterato metabolismo della vitamina D secondario a patologie renali, epatiche, intestinali, tiroidee, o delle paratiroidi.
Segni clinici: Negli animali in accrescimento si osserva una osteopatia caratterizzata da demineralizzazione delle ossa che portano facilmente a fratture, paresi o paralisi, riluttanza al movimento, incapacità ad arrampicarsi, deformità scheletriche, ecc.
Negli adulti oltre a fenomeni di osteomalacia, si osservano segni correlati all’ipocalcemia (bassi livelli di Ca nel sangue) – tremori muscolari, paralisi flaccida, ecc.
Trattamento: istituire una dieta corretta, supplementazione di calcio e vit. D3 nella dieta, esposizione ai raggi UV.
La terapia da adottare varia a seconda della specie animale, dell’età, delle condizioni generali, dei sintomi clinici, per tale motivo si consiglia di far visitare l’animale da un medico veterinario specialista.
2. IPOVITAMINOSI A: Si osserva prevalentemente nelle tartarughe acquatiche, in seguito a diete carenti di tale vitamina.
Segni clinici: Edema delle palpebre, scolo nasale ed oculocongiuntivale, letargia, anoressia, dimagrimento eccessivo, alterazioni epiteliali.
Trattamento: correzione della dieta, supplementazione di vit. A, integrazione di altri nutrienti (spesso l’ipovitaminosi A si accompagna a carenze di altre vitamine e/o minerali) trattamenti antibiotici in caso di infezioni batteriche secondarie (es. polmoniti, riniti, ecc).
3. IPERVITAMINOSI A: Generalmente associata ad una eccessiva integrazione di vit. A nella dieta.
Segni clinici: Anoressia, vomito, depressione, lesioni ossee, alterazioni cutanee.
4. CARENZA DI VITAMINA B1 (ipotiaminosi): La deficienza di tiamina (vit. B1) può essere osservata in serpenti (es. Thanophis, Natrix) e in altri rettili carnivori acquatici, la cui dieta è a base di pesce surgelato, poiché le basse temperature diminuiscono la quota disponibile di vit.B1 e incrementano l’attività della tiaminasi (antivitamina B1) presente nel pesce.
Altre cause di ipotiaminosi sono rappresentate da prolungate terapie antibiotiche, che riducono la sintesi del complesso vitaminico B da parte della microflora intestinale e da assunzione di piante contenenti tiaminasi.
Segni clinici: incoordinazione motoria, tremori muscolari, cecità, anoressia e morte,ecc.
Trattamento: integrazione nella dieta di vitamina B1, pesce fresco non surgelato, pesce surgelato successivamente bollito.
5. CARENZA DI VITAMINA B2 (biotina): La deficienza da biotina può essere indotta frequentemente nei rettili (serpenti, varani, ecc.) che vengono alimentati a base di uova fresche, poiché nel tuorlo d’uovo è presente un composto antivitaminico (avidina). Ad esempio nel serpente mangiatore di uova (Dasypeltis scabra) in cattività, mentre allo stato selvaggio questa specie consuma uova fertilizzate, i cui tessuti embrionati (a differenza delle uova offerte in cattività) rappresentano una fonte di biotina.
Segni clinici: tremori muscolari, debolezza associata ad anoressia.
Trattamento: somministrazione di vit. B2, correzione della dieta.
6. GOTTA: Viscerale, articolare, periarticolare – nei rettili è frequente la gotta viscerale. La gotta è causata da una produzione eccessiva di acido urico causata da diete iperproteiche (specie erbivore come le iguane, se alimentate con carne, serpenti alimentati con cuore o solo carne, ecc.), in seguito a patologie renali (malattie infettive, tossine, ecc.) che portano ad una insufficiente eliminazione degli urati con le urine, spesso concomitante a scarsa assunzione di acqua da bere.
Segni clinici: artriti e/o deposizione di acido urico (cristalli) nei visceri; i sintomi sono correlati alla deposizione dei cristalli di acido urico nei diversi organi.
Trattamento: variazione della dieta, aumento della diuresi, trattamenti farmacologici con inibitori dell’acido urico.
7. CARENZE PROTEICHE: Sono spesso correlate a diete carenti di proteine o a diete ricche di grassi (conseguenze di una malnutrizione).
Segni clinici: Generalmente i segni clinici sono generici e aspecifici nella maggior parte delle specie. Gli animali alimentati con diete ipoproteiche possono presentare: scarso accrescimento corporeo se sono giovani, oppure scarsa attività riproduttiva se sono adulti. Altri sintomi correlati: anoressia, infezioni ricorrenti, letargia, diarrea, alterazioni del carapace nei cheloni.
Trattamento: consiste nella correzione della dieta e in trattamenti di supporto.
8. OBESITA’: L’obesità nei rettili tenuti in cattività è molto frequente, e le cause possono essere dovute ad una iperalimentazione (eccessiva frequenza dei pasti, diete ricche in grasso, ecc.) e/o a carente esercizio fisico (terrari di piccole dimensioni o che non permettono il corretto movimento degli animali). Gli animali sovralimentati accumulano il grasso depositandolo nella cavità celomatica, a livello sottocutaneo e intorno agli organi parenchimatosi (fegato, rene, ecc.), causando talvolta problemi riproduttivi, e di funzionalità degli organi stessi. Esistono inoltre dei rettili predisposti all’obesità (pitoni, boa, vipere, varani), che tendono più di altre specie ad una vita sedentaria.
Trattamento: consiste in un programma di riduzione graduale delle calorie, limitando prima la quantità e poi la frequenza dei pasti, nell’aumento dello spazio di movimento per l’animale (aumento di superficie, possibilità di arrampicarsi, ecc.). Il dimagrimento dovrebbe essere graduale e non repentino, non dovrebbe superare l’1% del peso corporeo a settimana.
CONCLUSIONI
Come già accennato nella parte introduttiva, le patologie nutrizionali sono numerose e l’eziologia (causa) di ogni singola malattia può essere di diversa natura.
Ciò che si deve considerare quando si acquista un rettile, è che l’alimentazione dell’animale mantenuto in condizioni di cattività spesso si discosta, anche di molto, da quella in natura. Inoltre, la maggior parte dei segni clinici riferibili ad errori alimentari si instaurano solo dopo molto tempo che l’animale viene alimentato in modo scorretto, così da condurre difficilmente il proprietario alla comprensione della relazione tra causa ed effetto della malattia. In pratica l’animale non mostra sintomi per molti mesi, poi improvvisamente mostra segni aspecifici di malattia che spesso vengono confusi con altre patologie.
In alcuni casi l’integrazione di vitamine, sali minerali e altri nutrienti può risultare insufficienti o addirittura eccessiva causando problemi alla salute dell’animale.
Si consiglia di informarsi preventivamente, presso un veterinario specializzato o altra persona esperta, sull’ alimentazione corretta per l’animale che si intende acquistare, dei possibili errori dietetici e degli eventuali supporti nutrizionali specifici.