Dr. Mattia Bielli Medico Veterinario
Con il termine distocia si definisce una condizione patologica dell’attività riproduttiva delle femmine molto variabile ma che può essere schematicamente ricondotta a tre differenti quadri di presentazione: 1) Stasi pre-ovulatoria (o stasi follicolare) 2) Distocia propria (ostruttiva o non ostruttiva) 3) Ritenzione post-parto In tutti e tre i casi si tratta di un’affezione relativamente frequente tra i rettili allevati in terrario (soprattutto tra i Sauri) che, se trascurata, mette in serio pericolo la salute delle femmine colpite. La diagnosi non è sempre facile e le possibilità di terapia (sia farmacologiche che chirurgiche) devono essere ben valutate in ogni singolo caso. I sintomi attraverso i quali si può riconoscere la distocia sono estremamente variabili e subdoli e, inoltre, una grossa difficoltà risiede nel distinguere tra comportamento anormale (patologico) e normale (fisiologico). Tra le cause che concorrono a determinare la distocia vi sono fattori ambientali (temperatura, umidità, qualità della luce, fotoperiodo, mancanza di un substrato adatto, stress), dietetici e ormonali, malattie (in corso o pregresse), malformazioni (congenite o acquisite), traumi meccanici (in corso di gravidanza o precedenti); sebbene uno solo di questi fattori sia in grado di determinare una condizione di distocia, molto spesso si osserva un concorso di più fattori simultaneamente o in successione. Un ruolo molto importante sembra essere giocato dalla temperatura in quanto molti rettili sono stimolati alla riproduzione da un rialzo della temperatura ambiente dopo un periodo trascorso ad una temperatura più bassa; anche la variazione di temperatura tra il giorno e la notte è in grado di attivare e mantenere i meccanismi biochimici che regolano, tra le altre cose, l’attività riproduttiva. Mantenere i rettili in cattività non è cosa facile e sono ancora molti gli aspetti sui quali è necessario approfondire le nostre conoscenze. Un punto chiave per evitare questi problemi è sicuramente la prevenzione andando innanzitutto a determinare un eventuale stato di gravidanza delle femmine mantenute in terrario (attenzione: la presenza del maschio e l’accoppiamento non sono necessari!!!) e monitorando attentamente tale condizione. Segni che devono destare sospetto sono mancanza di appetito, letargia o attività motoria ridotta, difficoltà nella respirazione (con sforzo, aumento della frequenza, respirazione a bocca aperta…), addome rigonfio, alterazioni nella colorazione della pelle, mancata o ridotta produzione di feci, atteggiamento a coda rialzata (soprattutto nei Serpenti), irrequietezza e ricerca di un sito per la deposizione (attività di scavo). Va sottolineato che tutti questi sintomi sono comunque riscontrabili in femmine che portano avanti una normale gravidanza pertanto è necessario valutare accuratamente, con l’aiuto di diverse tecniche diagnostiche (visita clinica, esami del sangue, radiografie, ecografie, endoscopie… ) la presenza o meno di una condizione pericolosa per l’animale.