Pleurodeles waltl

Pleurodeles waltl
(MICHAHELLES, 1830)
La salamandra d’acqua spagnola
Famiglia : Salamandridi

Introduzione : Spesso nei negozi di acquari o alle mostre di rettili sono in vendita dei piccoli ed economici tritoni di colore grigio verdastro o marrone: si tratta di individui giovani della più grossa salamandra europea. Tale anfibio viene detto comunemente pleurodele comune e in natura è diffuso in Spagna e nel nord del Marocco. L’altra sola specie di pleurodele (Pleurodeles poireti) è limitata alla Tunisia e all’Algeria settentrionale ed è sensibilmente più piccola.

Descrizione : Si tratta del più’ grosso anfibio europeo dell’ordine dei caudati o urodeli, potendo infatti gli esemplari spagnoli sfiorare i 30 cm di lunghezza dalla punta del muso all’apice della coda, anche se sono citati casi eccezionali di individui di quasi 40 cm. Gli esemplari del Marocco sono un po’ più piccoli. Questa salamandra non possiede colorazioni appariscenti, infatti il colore è fra il bruno e il verde oliva, con addome più chiaro, inoltre la pelle non è liscia ma cosparsa di piccole asperità cornee. I pleurodeli possiedono anche coste allungate e appuntite che possono anche perforare la cute e apparire all’esterno senza che questo provochi loro alcun danno. Per questo gli appassionati di lingua inglese li chiamano ribbed newts, cioè, letteralmente, tritoni con le coste. Sui fianchi si sviluppano poi delle protuberanze ghiandolari, colorate in giallo arancio in coincidenza con la parte distale delle coste. Queste ghiandole secernono una sostanza tossica irritante che serve a proteggere l’animale dai predatori. E la corrispondenza con le coste serve per spremere le ghiandole quando l’animale venga afferrato da un predatore, iniettando il veleno. Se si vuole prenderli in mano è bene farlo dunque con delicatezza magari poi sciacquandosi accuratamente. La cute del pleurodeles è molto irritante rispetto a quella di altri tritoni e può provocare lievi e momentanee irritazioni, sulla pelle delle persone più sensibili, per semplice contatto. In ogni caso è bene non toccare nessuna specie d’anfibio senza necessità e se lo facciamo occorre prima bagnarsi le mani. Gli anfibi, infatti, sono stressati sia dal calore sia dalla salinità delle nostra pelle. Pleurodeles vive in luoghi caldi e aridi, in stagni e pozze fangose temporanee o fiumi a lentissimo corso. Spesso sfugge al disseccamento dei luoghi umidi in cui vive rifugiandosi nelle crepe del terreno o sotto i sassi ed estivando, vale a dire entrando in uno stato temporaneo di inattività. Quando può, però rinuncia completamente alla vita terrestre e si può considerare pertanto una specie di abitudini prettamente acquatiche. In cattività deve essere dunque considerato un animale da acquario, non da terrario.

Compatibilità con altre specie : Può essere ospitato insieme a altri anfibi o pesci d’acqua fredda non aggressivi e non troppo piccoli in quanto non è una specie particolarmente vorace né aggressiva.

Acquario : Va bene qualsiasi contenitore impermeabile ben aerato, meglio di dimensioni non troppo piccole, con un coperchio a prova di fuga , poiché, è bene ricordare che gli anfibi se hanno occasione tendono tutti a fare un giretto fuori, prima o poi. Per una coppia di adulti sarebbe ideale una vasca di 70-90 X 38 X 45 cm. Il livello dell’acqua dovrà essere di circa 15 – 20 cm per gli adulti, 10 cm per i giovani. Per il fondo si può utilizzare ghiaia o ciottoli o ardesia da acquario, indifferentemente, secondo i gusti e piante d’acquario robuste o piante di plastica. Può essere una buona idea (seppure non sia necessario) utilizzare anche una grossa roccia affiorante, che darà ai tritoni la possibilità di arrampicarsi fuori dell’acqua qualora ne abbiano voglia. Il filtraggio non dovrà produrre grosse correnti d’acqua e si potrà addirittura farne a meno se periodicamente il fondo sarà sifonato e saranno effettuati dei regolari cambi parziali dell’acqua.

Temperatura e illuminazione : Le temperature medie delle nostre case vanno bene, così
le variazioni di luce stagionali. Evitare assolutamente di mettere l’acquario vicino a fonti di calore o di riscaldare l’acqua. Le temperature ideali per un acquario posto in un ambiente più freddo di quello domestico sono: 17-22 ºC durante il giorno e15 ºC durante la notte. Per la riproduzione si può ridurre la temperatura a 10-11ºC per 3 settimane per poi riportarla gradualmente a 20 ºC, aumentando in un paio di giorni la profondità dell’acqua sino a 25 cm. Tuttavia tale anfibio si riproduce regolarmente in primavera senza accorgimenti particolari da parte dell’allevatore, se non quello di mettere insieme individui adulti dei due sessi. Per essere sicuri che le uova vengano fecondate è opportuno mettere due maschi per ogni femmina. I maschi non sono aggressivi né tra loro né nei confronti delle compagne.

Alimentazione : Vanno benissimo i Chironomus surgelati, così come gli altri surgelati per pesci d’acquario: tubifex, krill, artemie. Ottimi i lombrichi vivi, e in piccole quantità si possono usare, per gli esemplari più grossi, anche gremignoli (Tenebrio molitor), Kaimani (Zophobas), occorre invece evitare le larve di mosca carnaria. Ad eccezione dei lombrichi tutti gli altri cibi vivi di origine non acquatica che ho citato muoiono quasi istantaneamente a contatto con l’acqua, accertarsi quindi che il tritone li mangi, altrimenti vanno tolti perchè imputridiscono. Gli esemplari più maturi si possono gradualmente abituare a mangiare ogni tanto anche mangimi secchi, come pastiglie per pesci di fondo o Gammarus essiccati per tartarughe. E’ importante variare la dieta.

Dimorfismo sessuale e Riproduzione E’ facilissimo osservare corteggiamento e deposizione delle uova (da 350 a 1000 – le femmine più anziane producono, essendo più grandi, molte più uova delle più giovani). Nei miei acquaterrari a Firenze, la deposizione è sempre avvenuta fra fine gennaio e gli inizi di Febbraio. I maschi sono più piccoli e slanciati, possiedono però zampe anteriori più robuste e sviluppano sui bicipiti dei cuscinetti nerastri nel periodo invernale. Nel corteggiamento il maschio scivola sotto la femmina e la afferra con le zampe anteriori, che rivolge verso l’alto, la trasporta così sulla schiena per qualche tempo poi la libera girandosi e presentandole la regione cloacale. Le appoggia poi la testa sul dorso, imprimendole dei movimenti alternati, a questo punto depone la spermatofora costringendo la femmina a avvicinarla alla cloaca. Le uova sono deposte in lunghi cordoni e gli adulti rispettano sia le uova sia le larve. Per allevare correttamente le larve è opportuno togliere le uova e porle in vaschette a parte. L’allevamento delle larve è alla portata di qualsiasi acquariofilo medio. Per questo è popolare come animale di laboratorio, usato in studi biologici soprattutto d’embriologia e genetica. Alla schiusa le larve andranno alimentate all’inizio con infusori e poi con naupli vivi di Artemia salina, in quantità colossali. Consiglio pertanto di far schiudere uova di artemia decistate (già sgusciate), perché questo riduce notevolmente i tempi. Insieme alle artemie inizieremo ad aggiungere via via quantità sempre maggiori di Chironomus, grattugiandoli mentre ancora congelati. Passeremo poi ai Chironomus tagliuzzati e infine a quelli interi. Purtroppo la mortalità sarà piuttosto elevata, soprattutto perché le numerose larve non si accrescono tutte con la stessa velocità e sono anche piuttosto aggressive le une con le altre. Molte quindi non riusciranno a sopravvivere a meno di non avere a disposizione tante vaschette dove dividerle in base alle dimensioni. La temperatura di allevamento ideale per le larve è 17 -21ºC. La larva esce dall’uovo dopo 10 -12 giorni e le più precoci iniziano la metamorfosi dopo altri 110 giorni. Naturalmente le larve si nutrono anche voracemente di piccoli crostacei ed anellidi vivi che possimo catturare facilmente in uno stagno o in una palude come Dafnie e Cyclops o Tubifex, ma questi animaletti possono portare malattie alle larve di salamandra. Le larve di Pleurodeles sono molto sensibili al cloro e ( molto meno) a un’eccessiva sporcizia dell’acqua che può facilitare il diffondersi di infezioni (es. da Aeromonas).
Occorre evitare di liberare le larve in eccesso nell’ambiente, perchè potrebbero adattarsi provocando danni ecologici.

Longevità : Una volta raggiunto lo stadio adulto è una delle specie di anfibio più robuste che si possono allevare, possono raggiungere e anche superare i 20 anni di età.

Scheda a cura di : 
Dr. Gabriele Tenti

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