Orthriophis taeniurus ridley

NOME SCIENTIFICO: Orthriophis taeniurus ridley

NOME COMUNE: Colubro dalla coda  a strisce delle grotte della Malaysia

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DISTRIBUZIONE: Asia sud orientale. Benchè prediliga zone umide e riparate come appunto le grotte, l’areale di distribuzione varia dalle foreste pluviali alle aree coltivate.

DESCRIZIONE: E’ un colubride di medio/grandi dimensioni, con corpo snello e affusolato. La dimensione in cattività è ovviamente legata al tipo di alimentazione che viene proposta, considerando che stiamo parlando di un ofide con un metabolismo decisamente veloce. In ogni caso, in età adulta raggiunge mediamente i 220-230 cm di lunghezza per  4-5 cm di diametro ed un peso medio di un paio di kg e oltre.

La testa di un esemplare adulto è  allungata ed ha colorazione grigio azzurra, con striature nere dietro gli occhi. Mentre il primo terzo del corpo tende ad un arancio più o meno carico, il colore va sfumando in nero fino alla coda. Dorsalmente, per tutta la lunghezza del corpo è presente una striatura, ben visibile soprattutto nei piccoli, il cui colore varia dal bianco al giallo a seconda del cromatismo dell’esemplare. Gli esemplari delle cameron highlands invece presentano una decisa quantità di giallo su tutto il corpo, sebbene la colorazione della testa ed il pattern rimangano invariati.

I piccoli alla nascita hanno colorazione grigio scura, tendente al verdone, ma già presentano una testa discretamente azzurrata. Durante il primo anno di vita si assiste ad un deciso cambio cromatico, che va stabilizzandosi  verso i due anni, arrivando ai colori dell’adulto,  precedentemente descritti.

Orthriophis taeniurus ridley è un serpente con un carattere particolarmente irascibile, soprattutto i piccoli, che spesso, se infastiditi od impauriti, “muschiano” emettendo dalle ghiandole anali un liquido marroncino e maleodorante, questo per allontanare eventuali predatori.  Una volta raggiunta l’età adulta, abituandosi alla cattività, è una strategia che non adotterà quasi mai, anche perché nel frattempo avrete avuto modo di capire come e quando è il caso di maneggiare il vostro ofide. Ricordatevi che siete sempre in presenza di un serpente particolarmente mordace, soprattutto in età giovanile, ed evitate il più possibile di toccare la coda, zona del corpo particolarmente sensibile nelle ridley.

Vista la propria indole è sconsigliabile maneggiare spesso questi animali ,che tutto sono tranne che da considerarsi animali da compagnia! Ve ne saranno grati, crescendo,  mutando e alimentandosi regolarmente, visto che sono animali decisamente  robusti.

Come le “cugine” friesi, le ridley non hanno certo problemi di alimentazione. Un esemplare adulto può essere alimentato ogni 10 giorni con  1-2 ratti da 150 grammi, sebbene possano digerire prede più grandi, è sempre bene non esagerare e considerare la limitata possibilità di movimento in uno spazio ristretto come un terrario.

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STABULAZIONE: Ogni esemplare andrà stabulato singolarmente in terrari proporzionati alla dimensione dell’animale stesso: ad esempio, un adulto che passa i due metri può essere alloggiato in un terrario di un paio di metri di lunghezza. Più spazio hanno , meglio è. Non necessitano, come per la maggior parte dei serpenti, di lampade o neon uva/uvb,  basterà un semplice neon come illuminazione. Ancora meglio se la luce è naturale e proveniente da una finestra. In estate il fotoperiodo è costituito da 12-14 ore di luce, mentre in inverno basteranno 8-10 ore. Non sono animali che vedrete termoregolarsi spesso, nonostante tutto, fornite il vostro terrario di una fonte riscaldante, basterà un tappetino termostatato che ricopra 1/3 del fondo del terrario, settato a 28/29°C. Il resto della teca può raggiungere tranquillamente i 23/24°C.

L’umidità gioca un ruolo fondamentale durante il periodo della muta, durante la quale occorre, soprattutto nella fase finale, nebulizzare l’interno del terrario per facilitare il distaccamento della vecchia pelle. Mediamente invece l’umidità relativa dovrà raggiungere il 50/60 %.

Poiché sono animali con una certa capacità di arrampicamento è bene fornire al terrario un paio di rami robusti sui quali l’animale possa arrampicarsi, oppure può essere inserito un piano rialzato, una mensola, che avrà lo stesso scopo dei rami è permetterà  al serpente di sfruttare non solo il fondo del terrario, quindi ne amplierà la superficie fruibile.

Come substrato, visto che non sono animali fossori,  si opterà  per carta di giornale o cartoncino. Se invece si vuole dare un aspetto più naturalistico al terrario si possono utilizzare anche corteccia o truciolo, sicuramente meno pratici della carta, ma con migliore resa estetica.

Non mancheranno un paio di rifugi ove l’animale possa rintanarsi a piacimento.

RIPRODUZIONE:  Quando si decide di riprodurre questi animali è importante portarli ad un certa dimensione e stato fisico. Sebbene sia possibile avere risultati già con femmine di due anni è meglio attendere un anno in più per evitare di avere problemi legati al deperimento fisico di una femmina troppo giovane e non fisicamente pronta. A tre anni di età, se ben stabulata ed alimentata, una femmina raggiunge i due metri per un paio di kg, i maschi invece sono da considerarsi riproduttivi un anno prima.

Con questi presupposti gli animali sono pronti per essere riprodotti senza rischi, ovviamente è consigliabile alimentare bene la femmina già qualche mese prima per permetterle di accumulare una certa quantità di grasso corporeo utile allo sviluppo delle uova.

Poiché l’areale di distribuzione delle ridley si sviluppa nell’Asia meridionale, ove il clima è tropicale, a differenza dei colubridi nord americani, non  è necessaria la brumazione.

Verso fine ottobre, inizio novembre, il maschio comincerà a mostrarsi abbastanza irrequieto e talvota sospenderà volontariamente la propria alimentazione. In questo periodo possiamo decidere di  unire i due esemplari,  personalmente sposto il maschio nel terrario della femmina. A questo punto non è detto che il maschio cominci il corteggiamento, potrebbero essere necessari un paio di giorni, dopodiché assisteremo al rituale del corteggiamento durante il quale il maschio cercherà di sovrapporsi alla femmina. Una volta cominciata la copula vera e propria vedremo i due esemplari attaccati per le cloache ma i corpi saranno rivolti l’uno all’opposto dell’altro. La copula durerà qualche decina di minuti. Sebbene potrebbe bastare un solo accoppiamento per coprire la femmina, è consigliabile lasciare i due riproduttori insieme un paio di settimane, durante le quali assisteremo a nuovi corteggiamenti e accoppiamenti.  A questo punto il maschio può essere tolto e gli esemplari alimentati. Poiché lo sviluppo delle uova della femmina sarà compensata dalla diminuzione della massa grassa della stessa, potrà risultare difficile notare un vero e proprio ingrossamento. In ogni caso, se la femmina è gravida la vedremo spesso distesa o arrotolata in una morbida spirale. Non è detto che stazioni spesso sul tappetino per termoregolarsi.

Passato un periodo che può variare dai tre ai quattro mesi,  dipendenti dall’ovulazione, la femmina entrerà in muta. Una volta fatta la muta è bene disporre nel terrario un box preferibilmente scuro, dentro al quale metteremo 7/8 cm di torba di sfagno o vermiculite adeguatamente inumidita, nella quale la femmina possa scavare e deporre le uova. Passati una decina di giorni la femmina, dopo averci stazionato per un paio di giorni senza uscire, deporrà le uova.

Le uova di una femmina adulta e pronta per essere riprodotta dovrebbero essere mediamente 15/18,  lunghe 6/7 cm con diametro di un paio di cm.

A questo punto sposteremo le uova in incubatrice. Ad una temperatura di 26/27°C e ad una umidità del 80/90% si schiuderanno nel giro di 70/75 giorni. I piccoli vanno alloggiati singolarmente in box di dimensioni contenute (es: 15x20cm), preferibilmente a temperature non superiori ai 27°C, sul cui fondo andremo a mettere carta assorbente ben inumidita ed una ciotola bassa con acqua fresca. Passato una decina di giorni effettueranno la prima muta, a questo punto possiamo tentare di alimentarli.

SVEZZAMENTO DEI PICCOLI: I piccoli appena nati si mostrano già nervosi e non esitato a far vibrare la coda senza riserve. I primi pasti dovrebbero essere pinky di topo vivi, in quanto il calore ed il movimento li stimola maggiormente. Per i pasti successivi possono essere proposti pinky decongelati. L’importante è riscaldarli bene (37/38°C)  e proporli con pinze lunghe. Visto il nervosismo dei piccoli, una volta che il baby avrà afferrato la sua preda è necessario rimanere immobili ed attendere che l’abbia ingollato interamente. Nel caso in cui ci dovessimo muovere, il piccolo molto probabilmente lascerà la preda per spostare l’attenzione su ciò che vede come potenziale pericolo: noi. Dopo una decina di pasti, anche meno a volte, i baby accetteranno il decongelato: meglio proporlo di sera e lasciarlo nel box del piccolo una notte intera. Il mattino seguente è bene verificare, ma probabilmente verrà ingollato durante la notte.  In questo modo, piccoli con 15/20 pasti alle spalle sono da considerarsi svezzati.

NOTE  E COMMENTI: Nel caso in cui avete deciso di acquistare un esemplare di Orthriophis taeniurus ridley è bene considerare sia le dimensioni che raggiunge in età adulta, sia il carattere discretamente scontroso. Per i neofiti è consigliato l’acquisto di esemplari baby già svezzati in modo da potersi abituare per tempo al carattere e alle esigenze di questo affascinante ofide. Chi invece ha già una certa dimestichezza con i serpenti può tranquillamente decidere di prendere esemplari adulti o sub adulti, senza dimenticare di fornire un terrario necessariamente spazioso.

Gabriele Turrini

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