Dr. Mattia Bielli Medico Veterinario
Parlando di malattie trasmissibili all’uomo dagli animali (e spesso viceversa) viene utilizzato in medicina il termine di zoonosi (o malattie zoonotiche). I casi in cui i Rettili siano stati riconosciuti responsabili di trasmissione all’uomo di malattie infettive sono fortunatamente pochi ma l’elenco delle zoonosi che è possibile contrarre (almeno potenzialmente) da questi animali è in realtà tutt’altro che scarno. Le grandi differenze che esistono tra i vertebrati omeotermi (Uccelli e Mammiferi) e gli ectotermi, o meglio, pecilotermi, (Pesci, Anfibi e Rettili) contribuiscono a limitare la diffusione di agenti infettivi tra i due gruppi ma non mancano certamente le eccezioni. Il pericolo principale è costituito da malattie sostenute da funghi e batteri mentre le forme virali, forse anche perchè meno indagate e conosciute nei Rettili, sembrano mantenere una maggiore specificità e la loro adattabilità ad ospiti diversi sembra essere meno sviluppata. Oltre a virus, funghi e batteri vi sono altre forme di microrganismi (clamidie e micoplasmi) e, tra i parassiti, alcuni protozooi che, sempre potenzialmente, possono essere trasmessi dai Rettili all’uomo. Accanto al caso eclatante di malattia manifesta dell’animale che quindi mostra una serie di sintomi che ci fanno accorgere del suo stato di debilitazione, vi sono circostanze in cui gli animali sono clinicamente sani, si alimentano regolarmente e svolgono un’attività normale ma albergano nel proprio organismo una flora microbica capace di diffondere nell’ambiente e capace di rendersi disponibile per contagiare altri individui della stessa specie, così come di altre, uomo compreso. Proprio quest’ultima eventualità, in presenza cioè di soggetti “eliminatori sani”, è la più pericolosa in quanto, se la malattia è trasmissibile all’uomo, è possibile il contagio senza che si sospetti la sua origine da parte dei Rettili. A comportarsi in questo modo particolarmente insidioso vi sono, tra altri microrganismi, le Salmonelle, un gruppo di batteri caratterizzato da numerosissime varianti (come se si trattasse di sottospecie) alcune delle quali in grado di provocare seri problemi anche nella specie umana. L’allarme Salmonelle nei Rettili (e relativa trasmissione all’uomo) è stato lanciato agli inizi degli anni ’70 negli USA quando furono confermati non pochi casi di contagio tra la popolazione di bambini da parte di testuggini palustri acquistate come animali da compagnia. Nonostante alcune perplessità si giunse alla conclusione di proibire o regolamentare (a seconda degli stati) il commercio delle testuggini palustri arginando, almeno temporaneamente, il problema. La crescente diffusione di Rettili come animali da compagnia e il ripresentarsi di nuovi casi di salmonellosi, questa volta associati a Rettili appartenenti ad altre specie (Iguana iguana, Varanus exanthematicus, Elaphe guttata…) ha riproposto il problema. Anche in Europa esistono sporadiche segnalazioni di salmonellosi umana trasmessa dai Rettili.
E’ POSSIBILE ESCLUDERE LA PRESENZA DI MALATTIE INFETTIVE NEI RETTILI ?
Il buonsenso raccomanda che ogni animale, subito dopo l’acquisto, venga fatto visitare per accertare il suo stato di salute e nel caso di un Rettile è opportuno rivolgersi ad un veterinario che abbia un’esperienza specifica nel trattare questi animali. Un esame clinico è in grado di stabilire se il Rettile è in buona salute o meno mentre esami collaterali sono necessari per escludere la presenza subclinica o lo stato di portatore sano di molte malattie. Il reperimento di alcuni microrganismi (tra questi la pericolosa Salmonella) rappresenta una sfida tutt’altro che facile in quanto vengono eliminati con le feci in maniera non continuativa, necessitano di esami o colture specifiche o possono venire “nascosti” da altri germi più comuni e meno pericolosi. Attualmente, grazie a nuove tecniche diagnostiche e ai grandi progressi nella medicina erpetologica, sono allo studio metodiche sempre più affidabili in grado di fornire buoni risultati per il benessere dei Rettili e dei loro appassionati proprietari.
COME POSSONO I RETTILI VENIRE CONTAGIATI ?
Le modalità di trasmissione degli agenti infettivi sono essenzialmente la via orale (attraverso acqua o cibi contaminati), la via inalatoria (inalando vapori o particelle contaminate), la penetrazione attraverso ferite preesistenti (abrasioni, tagli, screpolature) o direttamente provocate da oggetti infetti (graffi, morsi), la via venerea (attraverso l’accoppiamento). Accanto a queste un’altra importante via è la trasmissione diretta dalla madre infetta alla prole (via congenita) attraverso la contaminazione dell’uovo nell’ovidutto o attraverso gli scambi di sangue tra la madre e gli embrioni (per le specie in cui questo scambio può avvenire); in questo modo i nuovi nati contraggono la malattia nella vita prenatale o alla nascita. Maggiormente a rischio sono gli animali di cattura ma anche animali allevati nei paesi d’origine (iguane, Trachemys spp. …) spesso in condizioni igieniche tutt’altro che ottimali; a questo va aggiunto il sovraffollamento, lo stress da cattura e da trasporto che favoriscono la circolazione di tutti gli agenti infettivi.
COME E’ POSSIBILE CONTRARRE MALATTIE DAI RETTILI ?
Innanzitutto vi sono soggetti per i quali il rischio di contagio è più elevato e si tratta di bambini, anziani, convalescenti, persone immunodepresse (per malattie, trattamenti farmacologici, con radiazioni ionizzanti…), donne in gravidanza; la quasi totalità dei casi riconosciuti di salmonellosi trasmessa dai rettili vedeva coinvolte queste tipologie di persone (soprattutto bambini). Il contagio avviene prevalentemente introducendo in bocca materiale contaminato attraverso le mani non lavate o l’utilizzo di strumenti o attrezzature contaminate. Altre vie sono meno comuni e prevedono il contatto diretto, l’inalazione, o il passaggio di germi attraverso ferite o screpolature della pelle (generalmente delle mani).
COME COMPORTARSI PER RIDURRE LE POSSIBILITA’ DI CONTRARRE MALATTIE INFETTIVE DAI RETTILI ?
Osservando in maniera rigorosa alcune regole basilari è possibile ridurre le posibilità di contagio. -Lavarsi accuratamente le mani dopo aver maneggiato gli animali o le attrezzature per la manutenzione del terrario (è sufficente acqua calda con sapone). -Non portarsi le mani alla bocca , non mangiare e non fumare mentre si accudiscono o maneggiano i Rettili. -Collocare i terrari lontano dalla cucina e da locali dove si preparano o conservano i cibi destinati al consumo umano. -Evitare di far circolare gli animali per la casa. -Mantenere i terrari puliti rimuovendo prontamente gli escrementi e gli avanzi di cibo; effettuare disinfezioni periodiche di strumenti, contenitori, vasche e delle teche. -Per le operazioni di pulizia utilizzare catini, secchi, tubi e strumenti adibiti solo esclusivamente alla manutenzione dei Rettili; non usare questi oggetti per altri scopi. -In caso di ferite, tagli alle mani usare guanti monouso per le operazioni di pulizia. -Non aspirare mai liquidi con la bocca per lo svuotamento di vasche. -Prestare particolare attenzione quando nell’ambiente domestico sono presenti dei soggetti a rischio (soprattutto bambini sotto i 5 anni).