Eublepharis maculariu

Eublepharis maculariu
GECO LEOPARDINO
Famiglia: Gekkonidae
Sottospecie :
Eublepharis macularius fasciolatus Günther 1864
Eublepharis macularius afghanicus BÖRNER 1976
Eublepharis macularius montanus BÖRNER 1976
Eublepharis macularius smithi BÖRNER 1981


Allevamento : 
Si tratta di un magnifico sauro appartenente alla sottofamiglia Eublepharinae, comprendente quelle specie di geco la cui caratteristica principale è quella di possedere palpebre mobili, contrariamente a quanto succede per gli altri Geconidi. La sua origine è asiatica ed è diffuso nelle zone montane (fino a oltre i 2000 m di quota) di Afganistan, Iran, Pakistan e parte settentrionale dell’India; l’ambiente che predilige è pertanto di tipo desertico montano prevalentemente roccioso con scarsa vegetazione. Proprio in un tale ambiente il geco leopardino trova rifugio in buche e crepe durante il giorno per intraprendere la sua attività di caccia e di relazione nelle ore notturne. Sulla sua longevità non si hanno dati certi ma sicuramente può raggiungere i 15 anni anche se, secondo alcune fonti, si ritiene che possa arrivare ad un massimo di addirittura 30 anni. Le dita sono sprovviste di lamelle adesive ma dotate di una piccola unghia che gli permette di arrampicare agilmente su superfici rugose; una caratteristica evidente è rappresentata dalla coda che funge da riserva di grasso e pertanto dal suo aspetto è possibile dedurre lo stato di nutrizione di ogni singolo esemplare. Come animale da terrario è indicato anche per i neofiti in quanto non raggiunge dimensioni eccessive (gli esemplari adulti maschi raggiungono la lunghezza totale di circa 25cm), necessita di poco spazio, è abbastanza resistente e non manifesta atteggiamenti di aggressività; se addomesticato con pazienza riconosce chi lo accudisce.

Il Terraio : Il terrario adatto per un singolo esemplare è di dimensioni abbastanza contenute, non eccessivamente sviluppato in altezza; dimensioni indicative sono di circa 60x40x 60(h) mentre per un gruppo di un maschio con tre femmine le dimensioni minime dovrebbero essere di circa 120x60x70(h). Nonostante trascorra gran parte del suo tempo al suolo è possibile arredare il terrario in modo da creare dei terrazzamenti per fornire una maggior superficie sfruttabile dagli animali e per offrire delle possibilità di arrampicarsi. E’ essenziale provvedere alla creazione di piccoli anfratti che possano essere utilizzati come rifugio; possibilmente uno nella parte calda e uno nella parte fredda del terrario; nel caso siano presenti più animali si deve fornire un numero adeguato di ricoveri. Come substrato è possibile utilizzare ciotoli sufficientemente grandi da non poter essere ingeriti anche dagli animali adulti e pietre più grosse avendo cura di fissarle in modo sicuro per evitare che, cadendo o rotolando, possano risultare pericolose per gli animali. Le temperature consigliate sono di 32°C (massima diurna dell’aria) e di 22°C (minima notturna dell’aria) misurate nell’estremità calda del terrario; nell’estremità fredda le temperature saranno di alcuni gradi inferiori mentre l’umidità relativa dell’aria deve mantenersi attorno a valori del 45-50%. Molto discusso è l’utilizzo di lampade UVB-emittenti per rettili di abitudini notturne; benchè sembra non ne abbiano stretto bisogno, in attesa di informazioni più fondate rispetto alla semplice esperienza, ritengo raccomandabile il loro utilizzo. Il fotoperiodo per quasi tutto l’anno deve prevedere 14 ore di luce e 10 di buio.

Dieta :E’ un rettile strettamente carnivoro e si nutre di insetti, loro larve, aracnidi e altri invertebrati; occasionalmente si ciba di piccoli sauri e in cattività accetta topi neonati. In terrario viene normalmente nutrito con grilli, tarme della farina, camole del miele e, una volta adulto, topi neonati offerti però sporadicamente. A questa dieta base è bene aggiungere vermi di terra e insetti selvatici catturati in luoghi in cui si è sicuri che non vengano impiegati insetticidi; alcuni individui gradiscono piccole quantità di frutta dolce (dattero, caco, fico, fico d’india…) e qualche goccia di marmellata o di miele. Acqua fresca (meglio se fornita attraverso un sistema a goccia continua) deve essere sempre a disposizione mentre integrazioni vitaminiche e minerali sono di solito necessarie solo saltuariamente e in periodi particolari (accrescimento, riproduzione…)

Riproduzione :La riproduzione di questi rettili è relativamente facile ma perchè avvenga senza problemi devono essere rispettati alcuni piccoli accorgimenti. Il dimorfismo sessuale si rende evidente dal terzo mese in poi osservando i pori femorali e la base della coda; in seguito i maschi raggiungono dimensioni superiori e presentano una corporatura più massiccia (soprattutto la base del cranio) rispetto alle femmine. La maturità sessuale viene raggiunta attorno al sesto mese di età ma è meglio rimandare l’accoppiamento solo dopo che le femmine hanno raggiunto l’anno. Come per altri rettili una riduzione graduale di fotoperiodo e temperatura (fino a 10 ore di luce e 26°C di temperatura massima diurna, 18°C di minima notturna) nell’arco di tre mesi accompagnata dalla separazione dei sessi, fornisce maggiori stimoli all’accoppiamento una volta ripristinate le condizioni ottimali. Dopo l’accoppiamento è bene fornire alle femmine un’integrazione di calcio per supportare la formazione del guscio e preparare una cassetta nido destinata ad accogliere le uova. La deposizione, una o due uova, avviene dopo circa 35-50 giorni dall’accoppiamento in un luogo riparato dove viene sistemata della torba mantenuta umida; nell’arco dell’anno una femmina depone normalmente fino a 5 coppie di uova. L’incubazione dura da 38 a 65 giorni ad una temperatura compresa tra 26 e 32°C (il limite inferiore favorisce la nascita di individui di sesso femminile mentre quello superiore, di sesso maschile) mentre l’umidità va mantenuta attorno a valori del 70%.

Distribuzione:
Afghanistan, Pakistan, W-India (Rajasthan, Ajmer, Madar foot hills)

Sinonimi:

Eublepharis macularius BLYTH 1854

Cyrtodactylus madarensis SHARMA 1980

Eublepharis gracilis BÖRNER 1974

Eublepharis macularius – KLUGE 1993

Scheda a cura di:
Dr. Mattia Bielli Medico Veterinario

 

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